La caratteristica fondamentale del Disturbo della Lettura è data dal fatto che il livello di capacità di leggere raggiunto (cioè, precisione, velocità, o comprensione della lettura misurate da test standardizzati somministrati individualmente) si situa sostanzialmente al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data l’età cronologica del soggetto, la valutazione psicometrica dell’intelligenza, e un’istruzione adeguata all’età (Criterio A). L’anomalia della lettura interferisce notevolmente con l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura (Criterio B). Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà nella lettura vanno al di là di quelle di solito associate con esso (Criterio C). Se sono presenti una condizione neurologica o un’altra condizione medica generale oppure un deficit sensoriale, questi dovrebbero essere codificati sull’Asse III. Nei soggetti con Disturbo della Lettura (che è stato anche definito ‘dislessia’), la lettura orale è caratterizzata da distorsioni, sostituzioni o omissioni; sia la lettura orale che quella a mente sono caratterizzate da lentezza ed errori di comprensione.
Sebbene i sintomi di difficoltà di lettura (cioè, incapacità a distinguere tra lettere comuni, o di associare fonemi comuni con simboli letterali) possano insorgere anche all’asilo, il Disturbo della Lettura è di rado diagnosticato prima della fine dell’asilo o dell’inizio delle scuole elementari perché l’insegnamento formale della lettura di solito non inizia prima di questo livello nella maggior parte degli ambienti scolastici. Specie quando il Disturbo della Lettura è associato con un QI alto, il bambino può funzionare al livello della classe o quasi nelle prime classi, e il Disturbo della Lettura può non essere pienamente evidente fino alla quarta elementare o oltre. Con la diagnosi e l’intervento precoce, la prognosi è buona in una percentuale significativa di casi. Il Disturbo della Lettura può persistere nell’età adulta.