Dal punto di vista clinico si distinguono due tipologie di Eiaculazione Precoce:

” congenita o primaria se è presente fin dall’inizio dell’attività sessuale e si verifica con tutte o quasi tutte le partner: è, pertanto, una condizione cronica e può essere dovuta a fattori organici (patologie tiroidee, prostatiti, vesciculiti, ecc.).
” acquisita o secondaria se si sviluppa solo dopo un periodo di funzionalità normale; può essere situazionale o legata a fattori psicologici.

E’ molto importante essere in grado di distinguere tra questa forme dal momento che una Eiaculazione Precoce congenita spesso si può ricongiungere ad una causa biologica a differenza delle forme situazionali che difficilmente riconoscono una causa biologica e generalmente rientrano nella sfera psico-sessuologica.
L’eiaculazione precoce rappresenta verosimilmente il problema sessuale più frequente che affligge l’uomo, interessando circa il 20% della popolazione maschile adulta.

La definizione di eiaculazione precoce non è semplice e univoca, nel senso che si può utilizzare un criterio temporale (es. subito prima – la cosiddetta eiaculazione ante portas – o subito dopo l’introduzione del pene in vagina o dopo 30-60 secondi dalla penetrazione), oppure un criterio basato sul numero di spinte pelviche coitali (es. eiaculazione entro le prime 10-15 spinte). In alternativa, si può considerare l’eiaculazione come precoce se avviene prima che il maschio lo desideri (indipendentemente dal tempo o dal numero di spinte pelviche coitali) o se avviene prima che la partner sia soddisfatta. Il problema è quindi molto complesso e non può prescindere dall’interazione di coppia, almeno per quanto riguarda la decisione di intraprendere un iter diagnostico terapeutico. A parte le situazioni palesemente disturbanti (eiaculazione ante portas o immediatamente seguenti la penetrazione vaginali), è importante valutare se e quanto la situazione eiaculatoria rappresenta un problema nella sessualità della coppia.

Come per le altre patologie della sessualità, l’eiaculazione precoce può riconoscere cause organiche e non organiche. Pur essendo queste ultime generalmente più frequenti, ogni potenziale causa organica deve essere esclusa. Un corretto iter diagnostico andrologico medico deve pertanto mirare innanzitutto all’esclusione di flogosi e/o infezioni del tratto urogenitale, incluse eventuali patologie subacute o croniche della prostata. Eventuali appropriati esami clinico-strumentali (dall’esplorazione rettale ad esami colturali, ed eventuale approfondimento diagnostico per immagini) potranno essere utili nella definizione diagnostica del problema. Più rare, ma meritevoli di considerazioni possono essere cause neurologiche quali sclerosi multipla o lesioni midollari, la cui valutazione e l’eventuale approfondimento diagnostico deve essere deciso dallo specialista andrologo che valuta il paziente. Altrettanto rare sono cause metaboliche come il diabete e disordini endocrini quali l’ipertiroidismo.

Cause e con cause

Le principali cause dell’Eiaculazione Precoce , infatti, possono essere di natura psicologica e psicosociale, neurobiologica (organica), genetica.

Cause neurobiologiche (organiche)

Il riflesso eiaculatorio è sotto il controllo e la mediazione del Sistema Nervoso Centrale (SNC):

” Tra le principali cause neurobiologiche:
” ipersensibilità peniena;
” ipereccitabilità del riflesso eiaculatorio;
” endocrinopatie: disturbi tiroidei, ecc.;
” cause urologiche: frenulo corto, vescicolo-prostatiti.

Cause psicologiche e psicosociali

Secondo le teorie psicoanalitiche l’Eiaculazione Precoce può dipendere da una serie di cause di natura psicologica e psicosociale.

Le principali cause psicologiche sono:

” ansia ;
” prime esperienze sessuali;
” rapporti sessuali rari;
” scarse tecniche di controllo eiaculatorio;
” cause appartenenti alla sfera psicodinamica: narcisismo, inconscio odio verso le donne, ecc.;

A quelle psicologiche possono aggiungersi cause di natura psicosociale, quali:

” Colpa: l’atto sessuale può essere considerato peccaminoso se è prematrimoniale o extraconiugale;
” Paura: il timore di una gravidanza indesiderata, delle malattie sessualmente trasmissibili, di essere scoperti, dell’emozione coitale, claustrofobia “vaginale”, dell’aggressività femminile, possono essere determinante nella risoluzione della performance sessuale;
” Ansia: da prestazione, per le dimensioni del pene e per altri aspetti esistenziali;
” Timore: di perdere l’erezione .

In base al momento di presentazione del disturbo rispetto alla penetrazione:
” EP ante portam, prima della penetrazione
” EP intra moenia, durante la penetrazione
” EP incontrollabile anche nella pratica autoerotica

In base alla frequenza o all’occasione di insorgenza:
” EP assoluta: si verifica sempre ed è partner-indipendente
” EP situazionale: si manifesta solo con una determinata partner

In base alla presenza di altre condizioni mediche generali:
” EP da forme iatrogene (causate da farmaci o droghe)
” EP secondaria a patologie urologiche (prostatiti)
” EP secondaria a patologie neurologiche (sclerosi multipla, neuropatie periferiche, tumori midollari)
” EP secondaria ad endocrinopatie (ipertiroidismo)
” EP associata ad altri disturbi sessuali (es. disfunzione erettile)

Terapia della EP

Il “Sexual Counselling” rappresenta comunque in ogni caso lo strumento terapeutico principale, indipendentemente dalla causa. Una corretta, neutra informazione sessuologica è sempre di grande aiuto, sia perché fornisce al paziente informazioni chiare, scientificamente provate informazioni su come funziona il sistema eiaculatorio, sia perché ridefinisce il vissuto del problema (quasi sempre in termini meno drammatici di come il paziente stesso è abituato a considerarli).

La cosiddetta “Terapia Sessuale” si basa su una serie di esercizi pratici derivati da tecniche cognitivo-comportamentali, quali gli esercizi di Kegel (riconoscimento-addestramento della muscolatura pubo-coccigea, una sorta di ginnastica pelvica) o la tecnica dello “squeeze” o dello “stop and start”, in particolare quest’ultima mirante alla focalizzazione sensoriale percettiva del riflesso eiaculatorio e, di conseguenza, all’addestramento per il suo controllo.

L’approccio farmacologico è basato al presente principalmente sui cosiddetti inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI). Si tratta in concreto di una categoria di farmaci, utilizzati a scopo antidepressivo, che presentano tra gli altri, un effetto inibitorio sul riflesso eiaculatorio. Il loro utilizzo attualmente è limitato ad un effetto “tampone” della sintomatologia sessuale, consentendo al Sessuologo Medico la scelta di un trattamento appropriato. Sono attualmente in corso di sperimentazione farmaci di questo tipo, a breve durata di azione, che potrebbero essere usati come sintomatici nelle situazioni più critiche.

L’eventuale identificazione di cause organiche (infezioni del tratto uro-genitale o altro) dovrà eventualmente essere oggetto di appropriato trattamento.

Conclusione

l’eiaculazione precoce rappresenta un problema complesso, inquadrabile correttamente solo con un approccio multifattoriale, che prevede strategie di tipo medico e psicologico, appannaggio di specialisti specificamente addestrati in ambito sessuologico.